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Buongiorno le invio l' accordo che i ministri delle finanze europei hanno raggiunto in sede Ecofin nella notte del 26 giugno 2013 sul fallimento ordinato delle Banche in Europa. E' in sostanza la fine di un mito: anche i correntisti e i detentori di obbligazioni dovranno partecipare alla ristrutturazione dell' istituto bancario in difficoltà. E questa sarà un’ ulteriore spinta verso la Consulenza Personalizzata Individuale con l' ausilio di Gestioni Patrimoniali qualificate, flessibili, efficienti e diversificate per emittente, valuta, durata, stato… Sono disposizione per ogni aggiornamento un cordiale saluto Raggiunto nella notte al vertice dei 27 ministri delle Finanze dell’Ue ( Ecofin ) l’accordo sul “fallimento ordinato” delle banche in Europa. Dopo lunghi negoziati i ministri europei sono riusciti a trovare un compromesso su quello che è stato definito un ulteriore passo verso l’unione bancaria europea. In base al nuovo accordo, non saranno più gli Stati – cioè i contribuenti – a pagare per il fallimento delle banche (il cosiddetto “bail-out”), ma il sistema finanziario privato (“bail-in”) seguendo una gerarchia nel contributo: Prima gli azionisti, poi gli obbligazionisti meno garantiti (detentori di bond subordinati), quindi quelli più garantiti(detentori di bond non subordinati), i depositi delle grandi imprese e infine i depositi non garantiti superiori 100mila euro. I depositi bancari sotto questa soglia rimangono infatti salvaguardati dalle norme europee già in vigore. L’accordo prevede inoltre una certa flessibilità nell’applicazione delle nuove regole in modo da adattarsi alle specificità dei diversi mercati nazionali. Su questo punto l’Ecofin ha trovato una mediazione tra Paesi come Germania e Olanda, che volevano regole uguali per tutti gli Stati membri, e Paesi come Italia, Francia,Spagna e Gran Bretagna che invece chiedevano più autonomia a livello nazionale, con la possibilità di scegliere da soli a chi far pagare il conto delle banche che falliscono. Il nuovo sistema introduce poi l’obbligo per ogni Stato membro di costituire un fondo nazionale di liquidazione bancaria . Entro 10 anni, questo fondo dovrà raggiungere un ammontare pari allo 0,8% del valore di tutti i depositi garantiti detenuti dalle banche autorizzate in ciascun Paese. Questo sistema di risoluzione è il secondo pilastro dell’unione bancaria europea, dopo il meccanismo unico di vigilanza sulle banche affidato alla Bce. Nelle prossime settimane, la Commissione europea dovrà presentare un progetto sull’autorità di liquidazione bancaria e uno su regole comuni in tema di garanzia dei depositi. In base alle nuove regole approvate dall’Ecofin, quando una banca si trova in difficoltà finanziarie, gli investitori dovranno subire una perdita dell’8% degli attivi della banca stessa, prima che lo Stato possa intervenire con aiuti in denaro pubblico. Inoltre, l’impiego del fondo statale di liquidazione bancaria sarà limitato al 5% degli attivi; mentre il ricorso al Meccanismo europeo di stabilità (Esm) sarà possibile solo in presenza di specifiche circostanze. Il testo dell’accordo sul fallimento “ordinato” delle banche in Europa è contenuto in una direttiva che ora dovrà essere sottoposta al Parlamento europeo e quindi dovrà avere l’approvazione formale, a maggioranza qualificata, del Consiglio Ecofin. |